Assunzioni agevolate donne svantaggiate. Le istruzioni dell’INPS
Con la circolare 12 maggio 2025 n. 91, l’INPS a seguito dell’emanazione del decreto attuativo del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle finanze 11 aprile 2025, pubblicato in data 9 maggio 2025, illustra l’esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro privati per le assunzioni a tempo indeterminato di donne svantaggiate, effettuate entro il 31 dicembre 2025, introdotto dall’articolo 23 del decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 luglio 2024, n. 95 e fornisce le indicazioni per la gestione dei connessi adempimenti previdenziali.
Premessa
Nell’ambito delle politiche attive volte a promuovere l’occupazione femminile e a contrastare il divario strutturale tra uomini e donne nel mercato del lavoro, il legislatore è nuovamente intervenuto con una misura di incentivo contributivo che si colloca nel più ampio disegno di coesione sociale e territoriale delineato dal decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60, convertito dalla legge 4 luglio 2024, n. 95. In particolare, l’articolo 23, rubricato “Bonus Donne”, introduce un esonero contributivo totale (100%) per i datori di lavoro privati che assumano, entro il 31 dicembre 2025, donne svantaggiate con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. La misura, fortemente caratterizzata sotto il profilo della finalità di riequilibrio delle pari opportunità, si propone di aggredire le diverse dimensioni dello svantaggio occupazionale femminile, prevedendo criteri differenziati di accesso al beneficio. L’incentivo, infatti, si rivolge a tre categorie di destinatarie: donne disoccupate da almeno 24 mesi, a prescindere dalla residenza; donne disoccupate da almeno 6 mesi, purché residenti nelle regioni della Zona Economica Speciale unica per il Mezzogiorno; e, infine, lavoratrici impiegate in settori economici con forte disparità occupazionale di genere, come rilevato annualmente da Istat e formalizzato con decreto interministeriale.
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